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Oggetto recensito:
GIORNALISTI SENZA SCARPE
di: Sara Di Giuseppe




GIORNALISTI SENZA SCARPE ovvero [ Il silenzio dei giornalisti : Conferenza stampa di fine anno di Berlusconi ]

Il tiggì di Minzolingua l’ha trasmessa in diretta, e integrale, il 23 dicembre, la conferenza stampa. Quasi tre ore di comizio del PresCons interrotte - solo per attimi - dai balbettii dei giornalisti: domande (oddio, domande!...) inconsistenti, scipite, neutre, asettiche (con pochissime sparute eccezioni), vergognose nella loro complice insignificanza. Inviati delle maggiori testate nazionali erano i giornalisti, non oscuri reporter di timide gazzette di provincia: Corsera, Repubblica, L’Unità, Il Messaggero, Il Giornale, Tgcom, Tg5, Tg3…. [almeno fin dove ho assistito: lo stomaco non ha retto a lungo]. Domandine da terza elementare (Ritiene di poter ricucire i rapporti con Fini?); da temino ginnasiale (Ritiene di riuscire ad allargare la squadra di governo a gennaio?); da diversamente intelligente (Se i suoi figli entrassero in politica..?) e via balbettando. Domande-zerbino su cui l’eroe dei due mondi ha poggiato il diluvio di autocelebrazione e spudorate menzogne per tre ore tre di non-interrotto delirio d’onnipotenza. Domande appena poco più “serie” (sul disagio studentesco, sulla figura pubblica e privata del premier nell’intervista alla figlia Barbara, e poco altro) sono state anch’esse predellino a dosi aggiuntive di menzogne (Non abbiamo toccato di un euro i costi degli studi universitari), di offensive facilonerie (I giovani devono capire che il tempo del posto fisso è finito), di intollerabili gigioneggiamenti (Io non mi sono fatto pagare gli studi dai miei, da giovane ho fatto un sacco di lavori, ho fatto il presentatore, scrivevo le tesi di laurea per i colleghi [reato, n.d.a.], ecc…). Per il resto, vaneggianti accuse alla magistratura (chiara presenza al suo interno di un’ associazione a delinquere [testuale]; disegno eversivo [testuale] della magistratura); parlare di crisi innesca il fattore psicologico che riduce i consumi e disincentiva gli investimenti: i giornalisti perciò se ne astengano; la crisi è colpa dell’Europa che vive al di sopra delle sue possibilità; la mia vita può essere portata da esempio a tutti, e via farneticando Dispensa paternalistici auguri di compleanno alla bionda che gli ha posto la sua domandina-scendiletto e a quella si allarga un sorriso a trentadue denti con orgasmo mentale incorporato; ricorda al giornalista corsera che porge la domanda-temino buona buona, l’amicizia che li lega “da 14 anni, anche con la sua famiglia eh!..”. Arrogante delirio. Silenzio dei giornalisti. Forse il protocollo escludeva la replica. Forse. Ma come essere giornalisti e accettare il ruolo mera comparsa? Come accettare di farsi complice silente, predellino alla spudorata propaganda di sé, alle menzogne, alle deliranti accuse, al folle vaniloquio?

Devono essere arrivati tutti senza scarpe [dalla ripresa televisiva non si capiva] o chissà, gliele han fatte togliere all’ingresso pur non essendo in moschea. Di sicuro erano giornalisti senza…scarpe. Altrimenti uno, almeno uno, l’avrebbe compiuto il lancio che riscatta. Sì, sull’esempio dell’iraqueno Muntadhar al-Zaidi. Avrebbe restituito dignità alla categoria.

Se io fossi giornalista, ieri mi sarei vergognata di esserlo.

24. 12. ’10 Sara Di Giuseppe www.faxivostri.wordpress.com





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