
Oggetto recensito:
"ELOGIO DEL DIALOGO" Dichiarazione del ministro Brunetta dopo la fuga davanti alla precaria.
In un toccante comunicato che siamo in grado di anticipare, il ministro Brunetta - dopo la falsa notizia, diffusa dalla stampa comunista, degli insulti rivolti ai precari fuggendo dalle domande - ripristina la verità dei fatti ed esprime il suo reale sentire in merito a necessità e bellezza del dialogo e del confronto. Ecco i passaggi più significativi del discorso rivolto dal ministro ai suoi diletti precari.
* "Non posso dire, miei giovani amici, quanto piacere mi faccia incontrarmi e stare con voi, che per le abitudini, per gli studi comuni, per la vostra devozione per me, prediligo di particolare affetto. In un solo punto, ma importantissimo, io tuttavia meno vi approvo: infatti mentre in tutte le altre cose che riguardano i vostri studi ponete quella cura e quell'attenzione che si convengono, vedo che una cosa invece trascurate, e questa è l'abitudine e la consuetudine della discussione. Che cosa può esservi infatti, in nome degli dèi immortali, di più ragionevole per afferrare a pieno sottili verità, della discussione? Che cosa c'è di meglio dei discorsi scambiati in comune? Che cosa vi può esser di più adatto ad aguzzar l'ingegno, a renderlo abile e sottile, della discussione, quando è necessario applicarsi alla questione, riflettere, esaminare i termini, concludere? E non c'è bisogno di dire quanto tutto ciò raffini il nostro dire, e ci renda pronti e padroni del discorso. Perciò io, che mi preoccupo del vostro bene e desidero vedervi profittare al massimo dei vostri studi e del vostro lavoro, non a torto mi sdegno con voi perchè voi trascurate questa consuetudine del discutere, da cui derivano tanti vantaggi. A quel modo infatti che conviene biasimare l'agricoltore che, potendo coltivare tutta la sua terra, va arando sterili dirupi e lascia incolta la parte più pingue e più fertile del campo, così bisogna rimproverare chi s'impegna con la massima cura negli studi e nel lavoro e trascura l'esercizio della discussione da cui possono cogliersi tanti e così splendidi frutti. Mi ricordo che ancor giovanetto, in Bologna, dove [invano] studiavo Grammatica avevo l'abitudine ogni giorno di non lasciar momento in cui non discutessi, ora sfidando i compagni, ora chiedendo ai maestri. Nè quel che facevo da giovanetto [allora ero piccolo...] ho mai tralasciato anche in seguito, col passare degli anni; in nessun momento della mia vita nulla mi fu più gradito, nulla ho cercato di più che l'incontrarmi, quando era possibile, con giovani, precari, lavoratori, fannulloni, bamboccioni ed esporre loro quel che avevo letto e meditato, e su cui avevo dei dubbi, per sentire la loro opinione in proposito."
* Libero saccheggio da: Leonardo Bruni, Dialogi ad Petrum Paolum Histrum, Libro primo (1401) ed.Ricciardi, 1952
18.06.'11 Sara Di Giuseppe www.faxivostri.wordpress.com
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