
Oggetto recensito:
In questi 30 anni tantissime pubblicazioni si sono cimentate nel racconto di quel lungo ed importante fenomeno storico e sociale della “lotta armata” in Italia, ed ovviamente, come sempre accade ed è accaduto in storiografia, anche la “cronologia” editoriale risente del coevo percorso storico e politico in cui si sviluppa. Fino agli anni novanta infatti troviamo, salvo rare eccezioni, solo testi pubblicati dalle grandi case editrici che rispettano due tipologie ben definite: 1) pseudo-saggi scritti da giornalisti e storici o in generale sul tema (Giorgio Bocca, Massimo Cavallini, Gianpaolo Pansa, Giorgio Galli fino alla pure televisiva “Notte della Repubblica” di Sergio Zavoli) o più specifici su singoli episodi così mediaticamente eclatanti da consentire il ricorso anche ad approcci “dietrologici” (Casi Moro, Tobagi e Cirillo), 2) testimonianze varie di vittime o comunque di rappresentanti Istituzionali (Sossi, Lenci, Aglietta, Guicciardi). Nei primi dieci anni dalla fine del fenomeno insomma, la divulgazione editoriale nostrana non offre spazio alla testimonianza diretta degli ex lotta-armatisti in carcere (se non mediante interviste rigorosamente “filtrate” dai vari Bocca, Zavoli, etc.), eccezion fatta che per tre casi, peraltro comparsi in più occasioni anche in televisione, ma si trattava del più clamoroso pentito BR (Patrizio Peci, autore di “io l’infame”) e di due altrettanto celebri ideologhi BR pubblicamente dissociati (Enrico Fenzi con “Armi e bagagli” e Alberto Franceschini con “Mara, Renato ed Io”). In pratica per oltre 10 anni il messaggio editoriale divulgato, e che ha trovato la sua massima divulgazione televisiva nella celebre “Notte della Repubblica” di Sergio Zavoli è stato quello di “anni di piombo” (mutuando così impropriamente il significato del titolo tradotto di un film della Von Trotta uscito nel 1981) segnati solo da tanti delitti di terroristi sconfitti e “manovrati” non si sa bene da chi, e che hanno pubblicamente riconosciuto il loro errore.
La tendenza pubblicistica del decennio degli anni ottanta si rompe improvvisa con due testi in palese controtendenza ed usciti rispettivamente nel 1988 e nel 1993, il primo per Feltrinelli ed il secondo per Mondadori. Si tratta del celeberrimo L’orda d’oro di Ballestrini e Moroni e del libro intervista di Mario Scialoia a Renato Curcio “A viso aperto”, dove i diretti protagonisti di allora, seppure in ben diversa esperienza, raccontano una Italia un po’ diversa da quella fino a quel momento narrata dai più, e soprattutto riferiscono delle proprie scelte di allora in termini non di sola critica o ripudio ma in qualche modo legittimandole anche a distanza di anni.
Nel 1995 in Italia sono cambiate molte cose rispetto agli anni ottanta, e dunque anche il mondo editoriale sul tema si adegua e va “oltre”, ed escono due testi fondamentali, e se il primo è più di nicchia, trattandosi delle raccolte sistematiche della cooperativa “sensibili alle foglie”, il secondo invece dopo la iniziale Anabasi avrà il divulgato marchio Mondadori ed è “Una storia Italiana” la lunga e sofferta intervista di Rossana Rossanda e Carla Mosca a Mario Moretti. Si tratta di una testimonianza che desta molto scalpore non solo perché spazza via ogni “dietrologia” sul caso Moro, ma perché si pone in totale contrasto con tutte quelle dichiarazioni di auto-flagello da ex fino a quel momento raccolte dalla editoria vigente. Nello stesso anno esce anche per Feltrinelli un importante testo curato da Prospero Gallinari “Dall’altra parte” che raccoglie le dirette testimonianze di alcuni familiari dei tanti detenuti politici di quegli anni con una prefazione della nota attrice Piera Degli Esposti. Nel 1997 esce per la piccola editrice Odadrek il pure fondamentale “Una sparatoria tranquilla” ove compare addirittura una intervista a Cossiga dell’ergastolano irriducibile ex BR Francesco Piccioni, nel 1998 esce per Feltrinelli il primo libro di Barbara Balzerani “Compagna luna” e nel 1999, seppure in Francia (dove l’anno prima era stato pubblicato “L’ultimo sparo”, biografia romanzata di Cesare Battisti, in Italia edita da Deriveapprodi), l’importante libro-denuncia “Il nemico inconfessabile” degli “esuli” parigini Oreste Scalzone e Paolo Persichetti che in Italia, dove viene tradotto e pubblicato e sempre da Odradek, scatena polemiche a non finire. Piano piano insomma sembra che il “tempo” consenta anche la parola agli ex che non necessariamente hanno proclamato pubblicamente il proprio totale ed indiscriminato dissenso per tutto quello che accadde allora, e fanno capolino, grazie a piccole case editrici indipendenti, anche le successive testimonianze di Mario Fracasso (Percorso di vita), Teresa Zoni (Clandestina), Vincenzo Guagliardo (Di sconfitta in sconfitta) ed ancora, anche se non più per Feltrinelli, il secondo libro della Balzerani “La sirena delle cinque”.
Ma agli inizi del nuovo millennio (causa i tragici eventi determinati, dopo anni di silenzio, dalle “nuove” BR con gli episodi delittuosi D’Antona, Biagi e arresto Lioce) la tendenza più “allargante” si spezza, e si assiste così ad un vero e proprio nuovo “riflusso” anche in campo editoriale. Le principali case editrici italiane infatti (da Rizzoli a Mondadori alla stessa Feltrinelli) fanno uscire a quel punto alcuni libri di celebri dissociati e così troviamo nell’ordine “il prigioniero” di Anna Laura Braghetti, “Cosa sono le BR” di Franceschini e Fasanella, “Il volo della farfalla” di Adriana Faranda, “La peggio gioventù” di Valerio Morucci, “Miccia corta” e “Una vita in prima linea” di Sergio Segio, ed alcune testimonianze o di vittime (Sabina Rossa, il libro di Fasanella e Grippo, Benedetta Tobagi, etc.) o di ex poliziotti impegnati nella lotta al terrorismo (Improta). Sul fronte delle testimonianze di ex non dissociati ritorna invece il “filtro” della intervista sia con il libro di Grandi “l’ultimo brigatista” dedicato non solo a Raffaele Fiore ma anche ai tre latitanti della “operazione Moro” Loiacono, Algranati e Casimirri, sia con “Mi dichiaro prigioniero politico” di Bianconi dedicato a Vai, Paroli, Piccioni, Seghetti, Maccari e Colotti. Nel frattempo però escono molti libri dedicati invece alla esperienza della Autonomia, e più in generale al movimento del settantasette, tra cui si segnala “la banda Bellini” di Philopat, “Insurrezione” di Pozzi, “77” di Lucia Annunziata, l’interessante romanzo-testimonianza di Anna Negri “Con un piede impigliato nella storia” e “Il 7 aprile” edito dal Manifesto con il racconto, 30 anni dopo, dei tanti arrestati di allora, mentre sul fronte della lotta armata l’unica figura che resta in qualche modo immune da questo nuovo riflusso post Biagi è quella mitizzata di Mara Cagol (già raccontata anni prima da Ida Farè) a cui vengono dedicati alcuni libri importanti, tra cui quello di Stefania Podda “Nome di battaglia Mara”. Per il resto usciranno nuovi libri più in generale sul tema a cura di giornalisti molto attenti al fenomeno come Casamassima (Brigate rosse: la vera storia, donne di piombo, i sovversivi), Tessandori (qui Brigate rosse), Bianconi (eseguendo la sentenza, il brigatista e l’operaio), Boraso (il mucchio selvaggio), Lucarelli (vorrei che il futuro fosse qui) e Lazar (Il libro degli anni di piombo), ma solo la editrice Bompiani si porrà in contro-tendenza pubblicando dapprima “Certificato di esistenza in vita” di Geraldina Colotti, che tuttavia finisce in breve fuori catalogo, e quindi nel 2006 la importante autobiografia di Prospero Gallinari “Un contadino nella metropoli” Il 2006 è pure un anno importante sul fronte delle innumerevoli pubblicazioni sul caso Moro, giacchè esce per la editrice Rubbettino il fondamentale “Il caso Moro e i falsi misteri” di Vladimiro Satta che smonta in modo scientifico e definitivo i tanti residui dubbi sulla nota vicenda, il che tuttavia non impedirà in futuro ad altri di nuovamente…riprenderli e nel 2007 esce per Odradek “Storia delle Brigate rosse” di quel Marco Clementi che per primo, nel 2001 e sempre per Odradek, aveva rotto, con “La Pazzia di Aldo Moro”, il fronte allora ancora imperante della “dietrologia”. Oggi, 2011, dopo la sequela dei testi dedicati alla annosa polemica sul non estradato Battisti, sembra di nuovo riprendere una tendenza a non seppellire le testimonianze “contro” grazie a piccole case editrici meritevoli come Colibrì, che ha pubblicato “Andata e ritorno” di Tonino Paroli, Agenzia X con “La fuga in avanti” di Manolo Morlacchi e soprattutto Deriveapprodi, che dopo avere pubblicato gli ultimi due libri di Barbara Balzerani “Perché io perché non tu” ed il più recente “Cronaca di un’attesa”, ha di recente fatto uscire “Maelstrom” di Salvatore Ricciardi, ma sta di fatto che a distanza di 30 anni e passa su quel periodo sembra vigere ancora una sorta di imposta censura editoriale verso tutti coloro che non si producono in un contrito “mea culpa” contro la quale uno dei pochi, anche tra i più noti intellettuali di casa nostra, che sembra ancora tentare di opporsi è il noto scrittore Erri De Luca autore di interessanti prefazioni ai testi più “controcorrente”.
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