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Oggetto recensito:
Dimarti \ Di Bonaventura \ Divini
di: Giorgio Camaioni




Dimarti \ Di Bonaventura \ Divini

[ “E’ tutto sotto controllo”- Recital di Vincenzo Di Bonaventura in onore di Giarmando Dimarti Teatrlaboratorium 27 Aikot 18 \ 19 dicembre 2010 h 21.30 - S. Benedetto Tr. Via Fileni (Paese alto) ]

Nel teatro Aikot (che è meno di un teatro ma molto più di un teatro, quante volte l’ho detto), Giarmando e Vincenzo stanno di fronte, a tre metri. Autore-poeta-spettatore e attore-recitante. Gli occhi negli occhi. Rari noialtri, per non dire meno di pochi, anche questo altre volte dissi. Ma compatti e convinti in questa irrassegnata tigna di voler godere di performance sconosciute che avrebbero del divino, se il divino esistesse. E stasera tutto sarà più speciale di una “prima”, si sente.

La poesia di Dimarti (non solo per me) è difficile, potente nella sua essenzialità. Ogni parola è un astro, ogni verso una cometa, ogni pagina una galassia. Potresti non capirla, come l’astronomia. Ti metti allora ad esplorarla poco per volta e gli effetti sono straordinari. Del libro di Giarmando bastano anche due sole parole, una coppia di vocaboli, per volare alla velocità della luce… Alcuni me li ricordo: Bocca opaca Sfioccate bandiere Labbro riciclato Urticanti geloni Ansante kalashnicov Guarantigia civiltà Ossa sgranate Infanzia magra Lupi galattici Vincastro balbetto Chiassato silenzio Trifoglio di luce Lingue calcinate Stagione trarupata Notte vascolare Viadotti impigliati Films falsari Occhi potassici Ciancio cantare Onnivori asfalti …

Vincenzo Di Bonaventura, lui, è semplicemente “spaventoso” nel trasporto con cui interpreta, reinventa anzi, Dimarti. A noi è familiare la funambolica genialità d’artista che ripropone l’opera teatral-poetica dei grandi: da Dante a Leopardi, da Hikmet a Campana, e l’elenco sarebbe lungo. Stasera sceglie, in più, di accompagnarsi all’audio vigoroso di musica pilotata con maestria, e a riprese che s’aggrovigliano intorno alla poesia di Giarmando: visioni tecnologiche di fabbriche, architettoniche di chiese, meccanici granchi giganti che mangiano rovine di case, ma anche l’idillio della campagna di fronte, il timido rospo in notturno pattugliamento tra l’insalata, i mulinelli danzanti in “geometrie non euclidee” …

Tutto - solo in apparenza - elementare e spontaneo. Tutto autoprodotto. Semplice, diresti. Per niente facile, quindi. Noi, lo sappiamo, abbiamo assistito ad un’alta opera di poesia, complessa e fascinosa, originale e profonda, studiata e sudata. Ma Tutto - perfettamente - “sotto controllo”.

21. 12. ’10 Giorgio Camaioni www.faxivostri.wordpress.com





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