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Oggetto recensito:
"Cuanta pasiòn" Paolo Conte in concerto
di: Giorgio Camaioni




"Cuanta pasiòn"

[ Paolo Conte in concerto "... il luogo sembra arido..." Lo è! ]

Non dirò dove, non dirò quando. Non voglio nominare l'orrendo posto, la confusionaria città, gli esosi prezzi dei biglietti, la maleducazione l'arroganza e l'inefficienza dell'organizzazione, i servizi africani... (Ma questo Conte non lo sa). Ovvio che non ci metterò più piede. E' che, quando Paolo Conte chiama è difficile non rispondere: con tutti i sacrifici del caso anzi di più, uno ci va. E io, noi, ci siamo andati, con tanta tanta "pasiòn".

Una formidabile Lezione di Musica. Tutto vecchio e tutto nuovo. Pezzi anche di quarant'anni, ma freschi, che l'orchestrina [chiamala orchestrina...] macina swingando che è un amore. E lui, musicien ravi, jazzman burbero e dolce, che gioca e inventa, aggiungendo il fischio al kazoo, perfino "accarezzando" coi martelletti - come per vedere l'effetto che fa - l'enorme xilofono d'aspetto colonial. Canta e suona come un collezionista, sceglie quasi con avarizia, ringrazia con lo sguardo (come uno zio), muove immobili smorfie che ti penetrano da ottanta metri. Sembra un quadro.

E' subito Cuanta pasiòn: uno dei pezzi più rari nei concerti e nei dischi, eppure molto noto, sublime sigla televisiva (pur presentando talvolta gente impresentabile, per motivi commerciali). Ma sì, sarà il carattere o la malinconia... come una gelosia... sarà il pensiero vergine... come la frenesia... Segue la Milonga, così segreta tenera e lenta che ti immagini ballarla. Poi tutto il resto, quasi a basso volume, ma nitido, dietetico, chirurgico.

E l'orchestrina trascendental... dall'instancabile andar..., coi coni di luce che fioccano alternati e al ralenti sui musicisti, i dondolii e le lentezze, il gusto delle alte perfezioni, le musiche difficili, che ti strappano anche l'anima...

Quanta pasiòn en la vida, quanta illusiòn temeraria nei concerti di Paolo Conte: un privilegio e un sortilegio, per chi c'era. Io tutta la sera e oltre ho ronfato ron-ron come un gatto, cullandomi. L'indiscreto final è che al solito, come è giusto, c'è un solo bis: L'Orchestrina, appunto. Piovono applausi.

3. 8. 2012 Giorgio Camaioni www.faxivostri.wordpress.com





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