
Oggetto recensito:
Benevento, ventitré settembre duemiladieci, Arco del Sacramento: la zona archeologica è uno squarcio aperto in mezzo ai palazzi. Condomini a cinque piani con finestre, balconi, caldaie, portoni in alluminio si affacciano su un’area romana restituita alla fruizione della città lo scorso anno. All’interno è stata realizzata un’arena che può ospitare fino a trecento persone. Il posto è intrigante, la serata è magnifica, -l’ultima sera d’estate, dal giorno dopo nuvole e pioggia- c’è folla per entrare al concerto di Cristina Donà, realizzato nell’ambito della rassegna No tag, sezione del festival Zona Franca in South Italy di poesia, musica indipendente e satira politica. Una volta all’interno aspettiamo oltre un’ora, ma tutti tranquilli, gli unici che si agitano sono le oltre cento persone rimaste fuori che si accamperanno dietro le inferriate e sui muretti in alto, all’esterno, per seguire comunque la performance della Donà. Le luci della pedana sono suggestive, la magia del posto con le sue pietre che parlano una lingua antica – quasi un varco spazio-temporale- fa il resto. Ecco, adesso ha inizio, il batterista accarezza il suo strumento per ottenerne suoni felpati, poi entra la Donà che interpreta Settembre, una delle perle dell’album La quinta stagione. “Il sole a settembre mi lascia vestire ancora leggera, il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa. Tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore. Basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare”. Poesia allo stato puro, un brano che mostra subito le credenziali della cantautrice lombarda: l’originalità dei testi, di cui colpisce la capacità di lasciar filtrare emozioni, la vocalità melodiosa, espressiva e potente. Bellissima entrée. Poi L’ultima giornata di sole, dal pubblico arriva una voce di donna: Brava Cristina! Ancora Salti nell’aria, sui bambini, la loro capacità di sorridere e immaginare, due qualità che nel corso della vita si possono perdere, poi Parlami dell’universo, un brano felice. La stessa voce urla: Brava Cristina! Avanti con un tocco di ironia con Non rispondo e Volevo essere altrove. Si raggiunge l’apice con Terapie, rock tiratissimo e Nel mio giardino un brano in cui la tensione crescente sfocia nel duetto tra la voce della Donà usata come il suono della tromba e la tromba – quella vera!- di Ramon Caravallo. Per continuare Goccia, il brano nel cui arrangiamento è intervenuto Robert Wyatt, il musicista d’oltremanica che ha creduto nelle doti della cantautrice recensendola dalle colonne della storica rivista britannica Mojo e invitandola al Meltdown Festival di Londra. Magica Cristina! La performance è energetica, ben scandita nei tempi e nell’alternanza dei brani; l’eccellente band, costituita da Pietro Monterisi alla batteria e percussioni, Francesco De Nigris alla chitarra elettrica e acustica e ai cori, Emanuele Brignola al basso e contrabbasso, interpreta perfettamente tutte le sfumature e le virate della serata. La voce duttile della Donà passa dal sussurrato al potente urlo rock, apre nuove prospettive ad ogni angolo, emoziona e comunica. La presenza sul palco è notevole, lei imbraccia la chitarra e si muove da rockeuse consumata. Il campanile in città suona le ore e lei modula la sua voce e il ritmo del brano sul tono e sulla cadenza dei rintocchi. La performance dal vivo aggiunge alle doti della cantautrice una marcia in più – ancora in più rispetto alle registrazioni in studio-, esaltando la sua carica di energia ed emotività. Stile personalissimo nei testi, che in alcuni casi sono veri e propri distillati di poesia e stile inconfondibile nella musica, melodie malinconiche e raffinate si alternano a brani più tosti e trascinanti. A tratti convince un po’ meno se i testi si fanno meno profondi e la musica scorre meno fluida, ma sono momenti. Colpisce molto la sua voglia di sperimentare, di esplorare e di condurre il pubblico in viaggio tra emozioni, riflessioni e voglia di evasione. Non stupisce che la Donà abbia ricevuto tanti riconoscimenti nel corso della sua carriera musicale: tanto per cominciare Targa Tenco per il disco Tregua miglior debutto nel 1997, Targa SIAE come miglior emergente nel 2000, e poi moltissime collaborazioni: con Afterhours, Morgan, Negramaro, Mauro Pagani e Subsonica per limitarci all’Italia; ha inoltre fatto da supporter ai concerti di David Byrne e Ben Harper. Ha al suo attivo sei album. Il pubblico del concerto di Benevento conosceva molto bene il repertorio della cantautrice e ricordava anche che il ventitré settembre è il compleanno della musicista. Auguri, Cristina! Il concerto va ancora avanti con Triathlon e Invisibile – ancora: Brava Cristina! - e poi i bis e il gran finale, in cui la band non si è risparmiata con L’eclisse, Labbra blu (dei Diaframma), Mangialuomo.
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