
Oggetto recensito:
AVARIAT
L’altra sera stavo guardando TITANIC. È qualche giorno che su SKY stanno mandando a ruota la filmografia di questo regista (in particolare ALIEN e TITANIC); in concomitanza con la martellante propaganda, quasi una campagna bellica, di AVATAR, l’ultimo film di questo regista. Film destinato a diventare campione di incassi, probabilmente a segnare, addirittura, il più grande incasso mai registrato da un film nella storia del cinema. Lo stesso TITANIC è il film che detiene a tutt’oggi il record di incassi. Bah! I record sono fatti per essere abbattuti, d’altra parte e AVATAR ne segnerà uno nuovo che resterà a lungo imbattuto; record senz’altro meritato, io stesso contribuirò, perché sinceramente sono molto curioso di andarlo a vedere. Lo sento quasi come un atto dovuto, è da mesi che fanno proseliti: ci hanno messo dieci anni per farlo e fino ad oggi non avevano neanche potuto cominciare a girarlo perché la strumentazione tecnica, nel campo degli effetti speciali, non era ancora sufficientemente evoluta. Hanno inventato e si sono costruiti una telecamera apposta per lo scopo, una telecamera che filmasse contemporaneamente in 2 e 3D. Non so spiegare bene, ho seguito il documentario propagandistico che spiega e fa vedere il back stage, ma è roba troppo complicata: non ci ho capito un cazzo, solo che è stata un’impresa TITANICA! Beh! Ma a parte questo, come stavo dicendo, dunque, l’altra sera, io e la mia dolce metà, ci siamo allietati guardando TITANIC e rivedendo la scena spettacolare dell’affondamento, quando il violinista del quartetto d’archi, che stempera l’apocalisse dei passeggeri intenti ad accaparrarsi un posto sulle insufficienti scialuppe, si congeda dalla sua orchestrina dicendo: Signori! È stato un onore suonare con voi questa sera (dopo di che: ognuno per sé e Dio per tutti!); beh! Ho ripensato al film dei SIMPSON, che di questa drammatica scena ci fanno un’illuminante parodia. L’avete visto? Vi ricordate? Vi rinfresco la memoria: ci sono i GREEN DAY che tengono un concerto su di una piattaforma galleggiante del lago più inquinato d’America e imbastiscono quella che ha tutta l’aria di essere un’arringa per sensibilizzare i cittadini di SPRINGFIELD sul problema dell’inquinamento. Alla fine, mentre loro si beccano gli insulti, il cantante proferisce quella fatidica frase: …è stato un onore suonare con voi questa sera… e la bella piattaforma affonda, corrosa dalle acque del lago più inquinato d’America, sulle note della colonna sonora. Tze! Il TITANIC questa grande promessa della civiltà, il più fulgido vessillo del progresso, questo simbolo dell’umanità tutta, la nave inaffondabile… che andò giù come un ferro da stiro. Raramente Cassandra scende così nei dettagli! (Era l’alba del 900 e al suo tramonto c’è stato chi s’espresse così in proposito.) Bah! Fondamentalmente, tutte le nostre grandi promesse sono sprofondate come ferri da stiro, relitti inabissati che popolano il fondale coi loro fantasmi. I record sono fatti per essere abbattuti, diceva Woody Allen, in HENRY A PEZZI, parlando con la sorella ebrea a proposito dell’olocausto nazista.
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