
Oggetto recensito:
Seguo la politica da diversi anni e il mio rapporto con chi, di volta in volta, ha governato il Paese è stato sempre molto pragmatico. Avesse vinto o meno il partito al quale io avevo dato fiducia, ho cercato sempre di valutare nei fatti l’operato di chi era al Governo, senza preconcetti o pregiudizi di sorta, condividendo certe scelte o, al contrario, criticandole qualora le ritenessi poco idonee. Ho sempre pensato che i politici, qualunque carica occupino, sono proprio come noi, con le loro debolezze, i loro pregi e i loro difetti. Oggi, mi rendo conto che nel nostro Paese questo mio atteggiamento è quasi passato di moda. C’è una buona fetta della popolazione (i soliti sondaggi parlano del 65%) che si schiera con il Presidente del Consiglio in carica e lo appoggia qualunque cosa faccia, senza alcuno spirito critico, mossa quasi più da un sentimento (amore) che da una logica e razionale valutazione dei fatti. Dall’altra parte, al contrario, c’è chi, una netta minoranza, individua nello stesso personaggio tutto il male possibile, il nemico assoluto, demonizzandolo come si fa proprio con chi si odia a morte. Scusatemi, ma io resto del mio parere. La politica non si fa con l’odio ma neanche con l’amore. Folle di fanatici che esaltano un uomo, senza più avere un loro pensiero autonomo, mi fanno paura, mi ricordano momenti del nostro passato che ci hanno portato a consumare drammi e tragedie di cui ancora paghiamo le conseguenze. Per questo mi chiedo se sarà possibile in un prossimo futuro liberarci di questa strana “malia” che coinvolge tante persone e che ci allontana da una corretta visione democratica e si possa così tornare a una gestione della politica “normale”. Senza idoli e senza demoni ma con uomini che si confrontano tra loro con serietà e rispetto, cercando le soluzioni migliori per gestire il nostro Paese. E allora, mi torna alla mente la frase di un grande uomo politico (anzi donna), di cui non farò il nome, che diceva: “La politica è sforzarsi di capire le ragioni degli altri”.
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