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Oggetto recensito:
7 dicembre Prima Scala: 15 "fiaschi" celebri a Teatro
di: Davide Steccanella




1) Scala 1964: Traviata di Verdi (regia di Zeffirelli) direttore H.Von Karajan: Violetta era stata la grande Callas nel celeberrimo spettacolo di Visconti del 1955 e quella sera ci prova la emergente Mirella Freni. Dopo l’aria “ah forse è lui !” eseguita in modo corretto e nulla più, la cantante modenese affronta, prima della cabaletta di bravura “Sempre libera” dove rivelerà agilità un tantino approssimative, i due difficili Re bemolle del "gioir" e la nota esce un tantino stiracchiata (in poche parole quasi “stecca”). Fischi e buu al suo indirizzo e la stizzita si presenta mani sui fianchi a prendersi l’insuccesso…passerano parecchi anni prima che la Scala si decida di ripresentare La Traviata !!! 2) Scala 1970: I Vespri siciliani di Verdi (Renata Scotto): La allora superba Renata Scotto (futura idola del Metropolitan di NY) rilascia una intervista invero poco “gentile” nei confronti di Maria Callas invitata dal Teatro a presenziare alla sua prima. Una nota alquanto lacerata al termine del secondo duetto con Arrigo ed una raffazzonata esecuzione del difficilissimo bolero del IV° atto e la frittata è fatta. Al termine della esecuzione vengono lanciati in scena persino dei rapanelli. Il rapporto di Renata Scotto con la Scala si esaurirà praticamente qui. 3) Scala 1982: Anna Bolena di Donizetti (Montserrat Caballé): Dopo messe di trionfi Montserrat Caballé viene officiata della ripresa del mitico spettacolo della Callas del 1957 con la regia di Visconti ma la sera della prima si becca un malanno improvviso e così salta tutto con la gente assiepata da ore nel Teatro giacchè non c’è verso di fare entrare in scena la annunciata (all’ultimo..) sostituta. Il tormentone continua per una settimana (inteviste al TG etc.) finchè dopo ulteriori rinvii va in scena la prevista quarta recita in un clima incandescente. Una non all’altezza esecuzione della prima cabaletta sembra superata dal secondo atto con tanto di Re bemolle in chiusa e quindi la Caballé, ancora non del tutto rimessa, si appresta alla grande scena finale. Giunta al do acuto del recitativo l’altare è infiorato, la spagnola emette un urlo lacerante e viene giù il Teatro (le gridano di tutto …), sembra riprendersi con il suo magico al dolce guidami ma poi ricrolla miseramente nel finale Coppia iniqua. Al termine tirano giù la serranda di ferro e la Caballé fugge e verrà sostituita dalla giovanissima Gasdia. Non verrà più alla Scala se non d’urgenza 5 anni dopo per sostituire, strapagata, la Marton in Salomè e sarà memorabile. 4) Scala 1983: Lucia di Lammermoor di Donizetti (Pavarotti): Dopo il trionfo di Luciana Serra nel title-role in una serata che sembrava notevole, Pavarotti, fino a quel momento impeccabile Edgardo, scivola nel larghetto finale "bell’alma innamorata" mostrando affaticamento negli acuti. Lazzi, fischi e scandalo e tutte le TV a parlare del fiasco del Lucianone nazionale. 5) Scala 1984: I Lombardi alla 1° crociata di Verdi (Dimitrova): Ghena Dimitrova, fresca trionfatrice della Turandot zeffirelliana inaugurale, si getta impavida con grida invereconde sulla micidiale cabaletta "I vinti sorgono" ed il loggione la massacra. Dovrà fare alcuni successivi capolavori (Macbeth, Nabucco, Amneris, Cavalleria, Tosca) per riconquistare l'allora assai difficile pubblico scaligero 6) Scala 1989: Luisa Miller di Verdi (Katia Ricciarelli): Katia Ricciarelli (vocalmente in declino e mai molto amata in Scala) presenta uno dei suoi ruoli preferiti ed è un disastro. Al termine del traballante e calante duetto con il padre del 3° atto la veneta è costretta a mandare una maledizione al pubblico che non la lascia quasi finire e così Pippo Baudo prenderà a calci un loggionista nel backstage del dopo-serata. Non verrà più a Milano. 7) Roma 1955: Norma di Bellini (Maria Callas) In scena all'Opera di Roma la attesissima Norma di Maria Callas e per l'occasione nel parterre anche il Presidente Gronchi, biglietti esauriti da mesi, ma la "divina" fa le ore piccole ad una festa la notte prima ed il giorno dopo è senza voce. Dopo un 1° atto deludente non c'è verso di riprendere l'opera !!! Scene di delirio al momento di evacuare il Teatro gremito, e la Callas non canterà mai più a Roma e dovrà mandare una lettera di scuse al Presidente... 8) Scala 1976: Aida di Verdi (Carlo Bergonzi): Cast stellare radunato per la direzione del grande Shippers con tanto di Caballé e Bumbry nei ruoli di Aida e Amneris, ma proprio all'inizio il mitico Carlo Bergonzi ovvero uno dei più grandi tenori verdiani di sempre (anche se poco considerato in Scala), gratta e cala in due punti del Se quel guerrier io fossi e dall'alto gli gridano persino "stonato". Si riprenderà nel finale ma alla Scala non verrà mai più !!! 9) Scala 1984: Carmen di Bizet (Shirley Verrett) Per la inaugurazione ultima di Abbado viene chiamata nel title-role la locale beniamina Shirley Verrett già appaludita Lady Macbeth qualche anno prima, ma il mezzo-soprano è fuori forma e dopo le prime 2 arie deludenti, il pubblico la becca con qualcuno che grida "è una gran noia stasera" e lei conclude la recita in lacrime. Non verrà più !!! 10) Genova 1985: Traviata di Verdi (il tenore Furlan) Da tutta Europa gli appassionati si danno appuntamento al Carlo Felice per il ritorno italiano della grande Joan Sutherland nel ruolo di Violetta. Lei è ancora apprezzabile (soprattutto nel 1°atto) ma il tenore Furlan imposto dalla Stupenda è inascoltabile. Al termine del Parigi o cara il pubblico esplode, solo che si incavola la primadonna che pianta tutto e se ne va e rimane...lui !!! 11) Trieste 1985: Norma di Bellini (Katia Ricciarelli) Ci prova defilata Katia Ricciarelli a proprorre la sua inadeguata sacerdotessa, ma mal gliene incoglie. Fischi e lazzi durante la recita e la città listata di manifesti a lutto che commemorano la morte del capolavoro belliniano. Non la canterà più !!! 12) Pesaro 1987: Ermione di Rossini (Caballé) In condizioni vocali ormai precarie la Caballé accetta di debuttare in una delle più difficili opere rossiniane e proprio in mezzo agli intenditori del pesarese. Giunta alla grande scena "Essa corre al trionfo" la catalana non azzecca una terzina (o quartina) che è una, ed alla fine scoppia il finimondo ! La diretta TV viene sostituita all'istante con la registrata della prova generale, e chi non c'era legge sui giornali la recensione di una serata diversa da quella vista !! La Caballé non canterà più in un Teatro italiano importante. 13) Le "stecche" del Sig. Domingo in euro-radio Siamo nella grande Vienna e per l'anno 1978 va in scena un attesissimo Trovatore di Verdi con un cast stellare, sotto la magica bacchetta dell'imperatore Von Karajan. Milioni di ascoltatori si sintonizzano alla radio per la prevsita diretta dell'evento e si beano nel sentire il capolavoro verdiano eseguito da divi come la Cossotto, la Kabaiwanska, Cappuccilli e soprattutto il Manrico eroico del tenore del momento Placido Domingo. Arrivati alla attesa "pira" del terzo atto il tenore affronta gli acuti finali dell' o teco e quindi del ripetuto "all'armi". Sa il diavolo cosa succede, fatto gli è che alle orecchie incredule degli ascoltatori pervengono tre scatarrate immonde ed in evidente calo di intonazione, in breve fortunatamente coperte dal saggio Karajan che scatena l'orchestra. Come se niente fosse il pubblico in sala applaude il divo, chi è rimasto a casa pensa ad un guasto della trasmissione, la registrazione live circola in CD e dimostra che “steccazze” vere furono e delle più eclatanti, da Divo insomma... 14) La "sbornia" della Sig.ra Souliotis Salutata da molti come la nuova Callas (anche perchè greca e vocalmente dotata), questo soprano scalò in breve e giovanissima le vette della notorietà proponendosi come il nuovo soprano drammatico di agilità. Drammatico forse lo era, ma le agilità belcantiste non rientravano molto nella sua corda, e così una sera, mentre eseguiva la difficile Straniera di Bellini, riesumata magicamente dalla Caballé nel 1969, si ebbe modo di ascoltare una straordinaria versione “ubriaca” del grande finale di Alaide, le sirene vocali al posto degli acuti prescritti della straniera della Souliotis sono una specie di must per le serate divertenti dei melomani... Non si scherza con Bellini...(diceva la Callas) 15) La "fantasia" della Caballé Agli inizi degli anni '80 la Caballé decise che oramai era troppo venerata per studiare ancora gli spartiti e che aveva voglia di cimentarsi in tutto. Così a Nizza, Teatro ove tutto le era concesso, si cimentò pure nella parte buffa mezzo-sopranile di Rosina del Barbiere rossiniano, cantandolo in un modo tuto suo. Ma la cosa più spassosa fu quando ad un certo punto del secondo atto si scordò totalmente le parole del duetto con Bartolo, e quindi visto che si era fatto un imbarazzante silenzio in attesa delle sue battute, ella se ne uscì con un sensazionale "ah, che caldo che fa...che caldo, che caldo !" recitandolo pure stile Racine ed agitando l'ispanico ventaglio. Boato di risa e poi si riprese in allegria....





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