
Oggetto recensito:
Tutti noi abbiamo, si spera, delle grandi passioni che ci piace di coltivare in silenzio, senza clamori e ben protette nei nostri spazi più privati cui raramente concediamo accesso agli estranei. Lodovico Isolabella, avvocato milanese con la passione per la “grande guerra”, questa volta ha fatto una eccezione, e così grazie alla sua passione ci affiorano all’improvviso ben tre inediti di Giuseppe Ungaretti, forse il poeta più di tutti segnato nella propria vita, anche artistica, dalla esperienza vissuta in prima persona sul fronte. Si tratta di una lunga lettera che Ungaretti scrisse a Marthe da Champ de Mailly, sede del reggimento nel maggio del 1918 di un ensemble poetico, dal titolo in francese "Le pierreries ensoleillees. Nouveau cahier de route pour Marthe", che accompagnava idealmente la missiva, ed infine di una lettera che Ungaretti scrisse a Marthe quarant'anni dopo, nel novembre del 1958, in risposta alle di lei condoglianze per la intervenuta vedovanza del poeta. “L’indirizzo è a Marthe solo a Marthe” così Isolabella ci presenta l’opera miracolosamente emersa “lei ha conservato poesia e lettere e le ha lasciate…sono giunte fino a me, nelle mie mani, sotto i miei occhi; qualcosa da guardare lentamente; da riguardare con squarci di comprensione e di commozione e con intenso rispetto”. Enorme infatti, e ci colpisce, il “rispetto” dell’autore verso il poeta, verso l’uomo, verso la sua inedita arte ma anche, diremmo, verso “quel” particolare rapporto, così straordinario nei modi e nei tempi, e che caratterizza l’intero testo accompagnatorio dei tre manoscritti. “L’intimità di significato che sta in quella grafia, in quell’inchiostro, in quella penna viene evocata nella lettera del 29 novembre 1958…la penna che più di quarant’anni prima Marthe gli aveva regalato. Ed erano quarant’anni che Ungaretti non aveva notizie da Marthe”. Quel rispetto così condiviso e passionalmente sentito, come si diceva all’inizio, e che impedisce alla passione stessa dell’autore di sopravanzare in qualche modo lo spazio riservato solo e proprio a quei tre preziosi scritti di Ungaretti, e così se all’inizio si fa una certa fatica a seguire un io narrante così sobriamente risoluto nell’ evitare qualsiasi invadenza all’oggetto del suo narrare, dopo un pò si finisce con l’entrare insieme a lui e ad Ungaretti in un significativo pezzo di storia italiana, così distante ma al contempo così intensa. Edizione anche visivamente preziosa sia per la rilegatura che per le illustrazioni ivi contenute, ed in rigorosa (e motivata) tiratura limitata (80 esemplari), questo particolare e davvero “unico” lavoro del collezionista Isolabella ci offre qualcosa di molto diverso da una mera lettura di un saggio magari pure approfondito, tanto che alla fine hai l’impressione di avere vissuto anche tu una esperienza “altrui” e ti viene una gran voglia di recuperare quell’Ungaretti da tempo ahimè dimenticato.
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