Tra due domeniche blocco del traffico proposto da Chiamparino: aderisce tutto il Nord. Ma non basta: per evitare i terribili effetti delle polveri sottili servono misure più drastiche
di Dario De Marco
(Elaborazione su foto Tim Wang, fonte FlickrCC/jiazi)
Stop al traffico in tutto il nord Italia il 28 febbraio. Il blocco totale delle auto in città contro lo smog stavolta non sarà limitato a uno o due comuni, ma coinvolgerà tutta la pianura padana. A partire da Torino, dal cui sindaco Sergio Chiamparino è partita l’idea, subito accolta dal primo cittadino di Milano, Letizia Moratti, e che di minuto in minuto sta raccogliendo sempre più adesioni nei grandi e piccoli centri del Nord. Allarmati dai dati in crescita sull’inquinamento da polveri sottili, gli amministratori hanno deciso di fare sul serio, e passare a misure drastiche.
Sul serio? Misure drastiche? Forse non ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando. A Torino il valore massimo di concentrazione di Pm10 nell’aria (che è fissato a 50 microgrammi per metro cubo) viene superato 151 giorni all’anno: per intenderci, la soglia considerata di attenzione è di 35 giorni all’anno. In pratica un giorno sì e due no l’aria è illegale, irrespirabile, scientificamente dannosa per la salute. E se tutto questo parlare di microgrammi, sigle e percentuali non dà l’idea, semplifichiamo: le polveri sottili si chiamano così perché sono particelle talmente piccole che dal naso si infilano nei bronchi e arrivano fin nei più profondi alveoli polmonari. I particolari pulp di quello che combinano una volta arrivate là in fondo, ve li lasciamo immaginare.
E davanti a questa invasione di corpi alieni fin dentro i più intimi anfratti del nostro corpo, che cosa sappiamo opporre? Le domeniche a piedi inventate ai tempi dell’austerity (1973, Yom Kippur, guerra arabo-israeliana, aumento del prezzo del petrolio: insomma tutto un altro mondo). Un blocco del traffico ogni tanto - un altro c’era stato due settimane fa - per di più nel giorno della settimana in cui già la circolazione è meno congestionata, è come dire a un fumatore incallito con la polmonite di non farsi la sigaretta dopo il caffè. Un palliativo.
Come palliativi sono le altre misure fantasiose che di volta in volta qualcuno tira fuori: ultimamente si era parlato di far circolare i motorini sulle corsie preferenziali. Lo scopo sarebbe evitare che i mezzi a due ruote rimangano imbottigliati tra le macchine, moltiplicando gli scarichi. Però: ve li vedete gli sciami di scooter che scalpitano e sgasano bloccati dietro all’autobus che procede lemme lemme e si ferma ogni 500 metri?
Certo è meglio di niente: se si pensa che a Napoli, la città più inquinata con 156 giorni all’anno oltre i limiti, dopo lo stop del 7 febbraio quello che si è deciso di fare è, appunto, niente. Ma le misure cosiddette strutturali sono altre, e i dati dicono che da tre anni a questa parte non si sono fatti passi in avanti; aree pedonali, zone a traffico limitato, mezzi pubblici per abitante, numero di auto per abitante: i valori che non sono rimasti invariati sono peggiorati. Ma noi domenica l’altra tutti a piedi, e i più sportivi in bici. Quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe chiudere completamente le città alle macchine, e non semplicemente potenziare ma rifondare la rete di trasporto pubblico.
Senza farsi incantare da allarmi vetero-industriali di finta sinistra: così chiudono gli stabilimenti Fiat e gli operai finiscono in mezzo alla strada! Tanto si è visto che, se vogliono, gli stabilimenti li chiudono lo stesso. Anzi, a proposito di sigarette, una cosa più sensata ancora sarebbe far uscire le auto dalla fabbrica con la scritta: nuoce gravemente alla salute.
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le domeniche a piedi contro lo smog
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