Al termine di una campagna elettorale serena e incentrata sui reali problemi dei cittadini, senza interferenze religiose né polemiche sull’informazione, il voto premia lo schieramento che difende l’istruzione, lo sviluppo del Sud, i diritti delle minoranze. Fantasie? Pura verità, ma nell'emisfero opposto
di Dario De Marco
La sinistra perde, ma rimane in testa. È questo il risultato delle elezioni, appena concluse, che hanno riguardato alcune regioni del paese. “Ci serva da lezione”, ha commentato con la consueta mitezza il premier.
E’ stata una campagna elettorale serena, in cui l’informazione ha fatto il suo dovere mantenendo una ferma imparzialità: i talk show in tv sono aumentati man mano che la data del voto si avvicinava, e c’è stato anche un confronto diretto tra i leader dei due schieramenti.
La coalizione di maggioranza ha proposto agli elettori un raddoppio delle autostrade nelle regioni meridionali, e un aumento degli insegnanti nelle scuole superiori. L’opposizione prometteva meno tasse e la costruzione di nuovi ospedali.
Il premier è noto per le sue posizioni a favore dei diritti civili, soprattutto quelli delle minoranze etniche, degli omosessuali e delle donne; ha espresso più volte la sua contrarietà al nucleare.
Le operazioni di presentazione delle liste si sono svolte regolarmente e senza contestazioni. Nei giorni precedenti alla consultazione le autorità religiose si sono rispettosamente astenute dall’esprimere indicazioni di voto. L’incidente più grave ha riguardato un seggio di provincia, rimasto leggermente danneggiato dopo essere stato colpito da una guidatrice in stato di ebbrezza.
Alle urne l’affluenza è stata alta come al solito. Gli scrutini hanno ribaltato il risultato della consultazione precedente: nonostante questo, il governo continuerà a essere guidato dalla sinistra. Il primo ministro ha dichiarato: “Gli elettori ci hanno mandato un messaggio. Sarebbe presuntuoso non tenerne conto”.
È successo una settimana fa, in Australia. Agli antipodi, letteralmente.
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